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Alain Delon torna a Palermo in visita al palazzo dove girò il Gattopardo

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Alain Delon torna a Palermo in visita al palazzo dove girò il Gattopardo

PALERMO. 22 APR. Chi non ricorda lo splendido film di Luchino Visconti Il Gattopardo, tratto dal noto romanzo di Tomasi di Lampedusa che vide protagonisti grandi attori come Burt Lancaster, Claudia Cardinale ed il bellissimo Alain Delon.

Il famoso colossal del 1963  fu vincitore della Palma d’oro come miglior film al 16º Festival di Cannes. Il Gattopardo rappresenta nel percorso artistico di Luchino Visconti un cruciale momento di svolta in cui l’impegno nel dibattito politico-sociale del militante comunista si attenua in un ripiegamento nostalgico dell’aristocratico milanese, in una ricerca del mondo perduto, che caratterizzerà i successivi film di ambientazione storica. Il ballo finale, cui Visconti assegnò, rispetto al romanzo, un ruolo più importante sia per la durata (da solo occupa circa un terzo del film) sia per la collocazione (ponendolo come evento conclusivo, mentre il romanzo si spingeva ben oltre il 1862, sino a comprendere la morte del principe nel 1883 e gli ultimi anni di Concetta dopo la svolta del secolo). In queste scene tutto parla di morte. La morte fisica, in particolare nel lungo e assorto indugiare del principe dinanzi al dipinto La morte del giusto di Greuze. Ma soprattutto la morte di una classe sociale, di un mondo di “leoni e gattopardi”, sostituiti da “sciacalli e iene”.E queste meravigliose scene furono tutte girate all’interno di Palazzo Gangi, a Palermo.

Recentemente il celebre attore francese Alain Delon è stato invitato dalla tv d’oltralpe France 2, alla riscoperta della location del film di Luchino Visconti e nel video che riprende questo viaggio nel tempo si riscontra l’emozione dell’attore che non fa che sospirare di meraviglia nel rivedere le stanze di Palazzo Gangi, che furono il set del film nel lontano 1963.

Sono passati 54 anni da allora e Delon  non ha certo dimenticato quell’indimenticabile ballo fra lui  e Claudia Cardinale, rispettivamente nei ruoi di Tancredi e Angelica,  e sembra proprio che le lancette girino per incanto all’indietro nel tempo. Guarda quasi sgomento gli affreschi, gli ori, i broccati , i divani dorati che furono l’adeguata scenografia scelta da Visconti per il suo capolavoro. A riceverlo la principessa Carine Vanni Mantegna di Gangi, francese, proprietaria del palazzo, che un anno fa lanciò un grido d’allarme, paventando il rischio di doverlo vendere a causa dell’indifferenza delle istituzioni locali rispetto all’esigenza di tutela delle dimore storiche di Palermo. Sarebbe un peccato perchè il palazzo è giustamente ritenuto fra le dieci case private più belle al mondo, in quanto ha mantenuto la sua maestosità. Attualmente  è visitabile su prenotazione per poter ammirare, oltre la sala ballo e degli specchi, i cristalli, i lampadari, gli arazzi, il pavimento con il gattopardo, il terrazzo sulla piazza, l’austera facciata, i magnifici saloni, tripudio di affreschi, pregiati mobili antichi, maioliche dipinte e i cortile per le carrozze; inoltre è aperto per ricevimenti di rango.

FRANCESCA CAMPONERO