RAGUSA. 27 SET. “Sono pronta ad essere punita ma per quello che ho fatto e non per quello che non ho commesso. Se ci sono mie responsabilità pagherò, ma con me deve farlo anche l’esecutore materiale del delitto: mio suocero”.

Sono queste le parole di Veronica Panarello nell’udienza del processo che si celebra davanti al gup di Ragusa che la vede imputata in qualità di omicida del figlio avvenuta nel Ragusano nel novembre del 2014.

Ed è proprio Veronica che è accusata di omicidio premeditato e occultamento di cadavere, ad accusare il suocero Andrea Stival, definito come ‘suo amante’: “Loris ha visto ciò che non doveva vedere, voleva raccontare tutto a mio marito. Ma non l’ho ucciso io, è stato Andrea”.

Durante la deposizione la donna ha dato la sua ultima ricostruzione del delitto: “Andrea mi ha ordinato di legare i polsi a Loris, io sono andata a prendere una fascetta e l’ho fatto. Poi ho ricevuto la telefonata di mio marito e sono andata di là. Quando sono tornata Andrea gli aveva già stretto un cavo Usb al collo e Loris era paonazzo e non respirava più…. Io l’ho solo aiutato a portarlo via”.

Il procedimento si svolge a porte chiuse e a rivelare l’affermazione dell’imputata è stato il suo legale.

Mentre Andrea Stival rimande le accuse al mittente: “Voglio giustizia per mio nipote”.

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